Una volta nella vita chiunque di noi è andato in una fiera più o meno grande, la  più vicina a casa. Sin da subito ci si addentra in un atmosfera gioiosa, piena di tante persone che ti offrono la cupeta, le caramelle, il panino caldo, poi ci sono i giostrai affollati da tanti bambini che corrono a destra e sinistra, i capannoni con tanti espositori che ti vendevano la qualunque con un grande sorriso e poi c'è la musica, tanta musica, le persone ballano e ci si divertiva.
Fino a un anno fa questo piaceva a tutti, almeno  una volta abbiamo detto " che dici andiamo a vedere quella fiera ?", eppure ora tutte quelle persone che lavorano per e nelle fiere sono stati dimenticati. Nessuno più  ci ha pensato al giostraio, a quello che monta i capannoni, quello che istalla gli allestimenti interni, l'espositore, perchè? 
Il settore delle fiere è fondamentale per la crescita del paese per chi non lo sapesse, ha un introito economico che equivale al 3% del PIL nazionale.
Perchè non viene considerato con lo stesso valore che produce? 

E chi l’avrebbe mai pensato che fino ad un anno fa ,ci saremmo trovati in questa situazione ? Probabilmente nessuno e anche se c’è l’avessero detto sicuramente gli avremmo riso in faccia. Eppure ci siamo dentro fino al collo.
Che strana la vita, fino ad un anno fa quando ci chiedevano “che lavoro fate?” , entusiasti rispondevamo “produciamo eventi” e di lì a poco la risposta che  si susseguiva era  un esclamazione di stupore “wow che bello ,beati voi”. Ora a quella stessa domanda come risposta c'è una pacca sulla spalla e un ”mi dispiace”.
Probabilmente è successo questo perché prima di questo momento nessuno aveva mai capito realmente che lavoro facessimo o comunque è sempre stato poco considerato. Forse la pandemia da questo punto di vista ha avuto un piccolo aspetto positivo. Ne abbiamo viste e sentite tante in questi mesi, tanto da non voler più accendere la tv, hanno promesso tanto e dato poco. Tante manifestazioni sono state fatte per sensibilizzare la categoria ma soprattutto le decine di migliaia di persone che lavorano perché ,si forse ,vi sembrerà strano ma a rendere il concerto del vostro cantante preferito, un evento unico , ci sono delle persone, delle famiglie e dei figli . Probabilmente prima di questa pandemia non ci avevate pensato,no? Tra le tante proteste, quella che ha colpito di più  sono quelle dei Bauli in piazza, organizzata con una maestria e un ordine così minuzioso quasi da far paura per aver messo in luce  l’immensità di questo settore. Eppure credo che non gli sia stata data la visibilità che meritava,in tv o al tg, perché in Italia viene data visibilità solo alle proteste che provocano violenza e scontri evidentemente creano più audience, questa solo per il semplice fatto di essere stata rispettosa non merita una visibilità mediatica di rilevanza nazionale. Come siamo strani, no? Se ci sono violenze ci lamentiamo ma se le manifestazioni vengono fatte per bene allora non si considerano. Tanti lavoratori hanno cambiato mestiere per sopravvivere temporaneamente, tanti altri probabilmente non torneranno a lavorare nello spettacolo. Vedere tanti anni di lavoro, sacrificio, notti insonne, giornate che duravano 72 ore, essere in viaggio nelle ore e nei posti  più improbabili mentre magari coloro che ora non ci considerano  dormivano beatamente avendo lo stipendio assicurato, vedere tutto ciò ormai perso e che forse per tanti sarà un bellissimo ricordo, fa tristezza. Mi auguro che si possa a tornare a lavorare presto e che tutto possa tornare alla normalità perché per  tutti coloro che sono "rimasti" c'è passione e tanta voglia di tornare a lavoro e a fare le "feste" come dicono i più.  Ovviamente per quelli del settore non dico niente di nuovo di quanto già hanno sentito e letto in questi mesi.


Non sono un giornalista, nemmeno un tecnico,

semplicemente pigio  bottoni su MA e dico cose che penso